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Sprint nel deserto: Robin alla Badlands 2023

21 settembre 2023

Un’altra incredibile prestazione di Robin Gemperle in quella che si è rivelata l’edizione più veloce di Badlands. Quest’anno il deserto ha dato il massimo per offrire un’avventura incredibile e una gara agguerrita.

Non crederci sulla parola, leggi il riepilogo dello stesso Robin qui sotto.

“Per una volta sono arrivato a Granada senza un chiaro obiettivo in mente. Badlands sembrava essere una nuova sfida, più breve di ciò che ritengo essere la mia distanza principale e pertanto, affollata di professionisti delle discipline ciclistiche più tradizionali. Naturalmente volevo provare a gareggiare per vincere, ma non ero sicuro di doverlo dire ad alta voce.

Con la partenza della gara la domenica mattina alle 8, mi aspettavo di essere in grado di coprire i 750 km e i 15500 metri di salita su strade sterrate spagnole deserte in circa 40 ore. Altri hanno ovviamente pianificato di essere più veloci, come durante le prime ore; questo mi ha ricordato il mio passato da XCO. C’era bisogno di tutta la sicurezza che avevo acquisito nel corso dell’anno per riuscire infine a fermarmi, iniziare a procedere con il ritmo più lento che avevo programmato e aspettare che l’ipermotivazione esplodesse.

A causa della mia strategia del non dormire, sono riuscito a mettere nei bagagli il minimo indispensabile. Del cibo, principalmente gel, degli attrezzi e una giacca a vento compattissima perché le precipitazioni abbondanti avrebbero comunque portato a un forte abbassamento della temperatura. E poiché pochi bagagli significano elevata efficienza, mi sono ritrovato in quarta posizione già nel mezzo della prima serata.

Competere per circa 40 ore è però una storia completamente differente che competere per svariati giorni. Durante gli ultimi anni questa è stata la mia impresa più grande e ho dimenticato completamente quanto sia doloroso andare in bici. Il fatto che tutto il mio allenamento sia incentrato su attività più lunghe e a bassa intensità e che abbia avuto solo poche settimane di preparazione specifica ha fatto sì che la sofferenza non fosse certo divertente. Questo ha anche significato che la sfida mentale della gara fosse un’altra: invece di avere a che fare con l’ignoto nei giorni antecedenti eventi più lunghi, la gara è diventata una battaglia di due giorni con me stesso per riuscire ad andare avanti.

A circa 200 km dall’arrivo mi trovavo in seconda posizione, ancora sofferente ma sicuro di essere in grado di raggiungere il leader. Stava iniziando a rallentare leggermente, ma anche per me si era formata una certa pressione dalle retrovie, dato che gli altri avevano tenuto un ritmo altrettanto buono. A quel punto è diventato un lungo sprint verso il traguardo con tutto che si avvicinava di nuovo, ma senza più cambiamenti importanti. Ho finito con un sorriso, essendo l’unico ultra-rider tra i ciclisti gravel di distanza più breve, e ho notato quanto fosse ben strutturata Badlands: se la gara fosse stata di 100 km più lunga, le cose sarebbero state perfette per me, se fosse stata più corta, non avrei avuto alcuna possibilità”.

Robin si è piazzato secondo dietro Rob Britton con un tempo di 39h e 27 minuti, a conclusione di una stagione strepitosa.

E ora è il momento per del ben meritato riposo.

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