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#NoShortcuts con Mike Horn

12 maggio 2015

Mike Horn è riconosciuto a livello globale come il più grande esploratore moderno del mondo. Dalle nuotate in solitaria nel Rio delle Amazzoni senza supporto esterno, fino alla circumnavigazione del globo senza motore intorno all'equatore, l'elenco delle imprese realizzate da Mike come esploratore solitario è ineguagliabile.

Una volta ha detto : "L'impossibile esiste solo finché non troviamo un modo di renderlo possibile";  chi meglio di lui potrebbe comprendere questa frase?

In due decenni ha probabilmente visto più cose di qualsiasi altro essere umano, sul nostro pianeta. Ha raggiunto il Polo Nord a piedi durante la notte artica e ha scalato diverse vette oltre gli 8.000 metri.

Ha dimostrato le potenzialità dello spirito umano e ha messo alla prova le prestazioni di molti prodotti SCOTT, durante le sue imprese.

Mike è venuto a trovarci nella nostra sede centrale di Givisiez per esporci ancora una volta i suoi preziosi commenti su vari prodotti, per ritirare alcuni nuovissimi modelli in vista della prossima spedizione sul K2 e per parlare un po' delle sue esperienze e dei progetti futuri.

Andiamo a conoscere meglio l'uomo che davvero vive il nostro spirito #NoShortcuts meglio di chiunque altro, nella sua vita di ogni giorno.

Mike Horn discende il Rio delle Amazzoni, nel 1999

 

Hai viaggiato in tutto il mondo, hai affrontato esplorazioni estreme e hai scalato alcune delle vette più alte del pianeta. Qual è la motivazione che ti spinge ad andare sempre oltre i tuoi limiti e ad affrontare nuovi progetti ogni volta?

Beh, quando uno fa quello che ama, non ha bisogno di motivazione. Nei momenti difficili, non è sempre possibile trovare la motivazione per uscire dalla tenda a -45°C, dopo aver camminato per 2 anni attraverso la Groenlandia, il Canada, l'Alaska e la Siberia, o dopo 58 ore ininterrotte di arrampicata. Non si può essere sempre motivati, ma si può essere disciplinati, e mi piace la disciplina in quello che faccio, perché negli sport avventurosi e negli sport di montagna, senza disciplina non si riuscirà mai ad amare veramente quello che si fa.  

Mike Horn a piedi nei pressi del Polo Nord

 

Sei una fonte di ispirazione per molte persone, ma tu da chi hai ricavato la tua ispirazione?

Io dico sempre che non sappiamo mai chi ispiriamo; ecco perché bisogna sempre fare del proprio meglio. Ispiriamo sempre qualcuno: in minore o maggior misura tutti noi possiamo essere una fonte di ispirazione per gli altri.

Innanzitutto mi ha davvero ispirato mio padre, che era un giocatore professionista di rugby, in Sudafrica. Quando camminavo insieme a lui, per strada, e sentivo che qualcuno gli diceva “hai giocato bene!“, o cose del genere, mi piaceva vedere che la gente riconosceva i risultati ottenuti nella sua carriera di rugbista.

Più tardi è stata mia moglie a ispirarmi, perché mi ha dato la libertà di fare quello che mi piace. E poter contare su quell'ispirazione e su quel sostegno, da casa, è il motivo che ti spinge a voler tornare a casa dopo una lunga spedizione. Quell'ispirazione è molto importante; se non ci fosse, quando ci si trova in alcune situazioni estreme, come nella regione polare, a volte sembrerebbe più facile sedersi, chiudere gli occhi e non svegliarsi più. Ma se hai l'ispirazione da casa, sai che devi tornare vivo.

L'arrivo di Mike dopo la prima circumnavigazione del mondo intorno all'equatore (40.000 km)

 

Come esploratore e avventuriero vai oltre i tuoi limiti e corri molti rischi, per tutta la tua vita, ovunque nel mondo. Cosa significa #NoShortcuts, per te?

Beh, non è proprio che mi piaccia il rischio. Il rischio è qualcosa di onnipresente nella nostra vita di esploratori. Quello che mi piace è la sfida da affrontare per superare il rischio. E #NoShortcuts  significa semplicemente che non si può dare niente per scontato, se si vogliono raggiungere i propri obiettivi. Per me, “NoShortcuts“ è uno slogan molto forte e significativo. Vuol dire che non si deve lasciare mai niente di intentato e che non bisogna mai saltare una sessione di allenamento, né affrontare una sfida senza essere preparati.











"Mi piace la sfida da affrontare per superare il rischio"









 

Come ti prepari, fisicamente, per la sfida che ti aspetta? Segui un programma di allenamento specifico? Che tipo di attività preferisci?

Quando parto per una spedizione specifica in montagna, prima mi preparo a lungo a casa: prendo uno zaino, ci metto dentro dell'acqua, dopodiché salgo e scendo da pareti rocciose. Vado a correre con i pesi. Questo mi permette di potenziare i muscoli superiori delle gambe. Perché quando si inizia ad arrampicare, magari si è fisicamente in forma, perché si è abituati a correre su lunghe distanze, ma la cosa più importante da controllare è l'affaticamento muscolare.

Sfrutto una parte delle mie spedizioni come allenamento, soprattutto quando scalo alte montagne: trascorro molto tempo al campo base per acclimatarmi, in modo che l'organismo produca i globuli rossi necessari per trasportare l'ossigeno al cervello e al resto del corpo, facendoli funzionare anche quando si ha a disposizione solo il 7% di ossigeno nell'aria. Perché quando si sale senza bombole e senza sherpa bisogna essere molto ben preparati fisicamente per la spedizione.

L'allenamento però non è solo attività fisica: bisogna anche assicurarsi di avere l'attrezzatura adatta per rimanere al caldo e al sicuro.  Rende davvero tutto più semplice quando ci si trova in zone dove normalmente non è possibile vivere.

Mike Horn scala un'altra vetta oltre gli 8.000 m


La resistenza fisica si può migliorare con l'allenamento, ma dal punto di vista mentale cosa si può fare? Come hai raggiunto tanta forza mentale?

Sai, non penso di dover allenare la mia forza mentale, perché a volte ho l'impressione di essere quasi troppo motivato. A volte mi sento quasi troppo forte, mentalmente, perché ci sono momenti in cui il corpo semplicemente non vuole seguire il cervello quando gli ordini di raggiungere un risultato, qualsiasi cosa accada. Quindi si rischia di perdere il collegamento mentale con il corpo.

So che l'80% di quello che faccio dipende dall'atteggiamento nei confronti di ciò che sto facendo, ma il corpo deve essere in grado di seguire questo atteggiamento mentale. E questi due elementi ovviamente devono interagire. Essere forti mentalmente è una cosa, ma essere troppo forti mentalmente potrebbe facilmente uccidere, alla fine. Per me, questa combinazione di quello che conosco e di quello che non conosco è la rappresentazione dei due poli della mia vita. Conosco questo e non so conosco quest’altro, ma voglio raggiungerlo. Così, quanto più si è in grado di avvicinare questi due poli tra loro, il noto e l'ignoto, tanto più forti si diventa mentalmente e diventa più facile anche valutare il rischio e le possibili conseguenze delle proprie azioni.

Mike sulla cima del Makalu (8.481 m)

 

Raccontaci qualcosa in più a proposito del tuo prossimo viaggio sul K2 . Quando parti ? Come ci arriverai ? Quali sono i tempi della spedizione ?

Partiamo a metà maggio. Ci vorranno più o meno 20 giorni per arrivare. L'idea è quella di raggiungere il K2 via terra, guidando, perché c'è una zona che voglio evitare. Sarà una novità: non l'ho mai fatto in passato. Arrampicarmi è il mio lavoro, quindi sarà un po' come andare al lavoro. Un po' come molti raggiungono l'ufficio, io semplicemente guiderò per 9.000 km per raggiungere il luogo in cui lavoro. E il mio lavoro ovviamente consiste nello scalare la montagna. Ci fermeremo un mese al campo base per acclimatarci al meglio, poi cercheremo di raggiungere la vetta quando si presenterà la prima finestra di bel tempo, perché le finestre in quella zona sono molto brevi e dobbiamo essere pronti per metà luglio; ci auguriamo di poter raggiungere la vetta prima della fine di luglio perché in agosto torna il maltempo e in quel periodo è molto meglio non trovarsi lì.

 Mike e il suo team verso il K2

 

Ci andate in auto perché così potete trasportare più facilmente il materiale che vi serve?

Per me il motivo principale, a parte il fatto che è un mezzo di trasporto semplice, è la possibilità di avere il controllo di tutto ciò che ho intorno, perché quando si spedisce del materiale, non sempre arriva tutto a destinazione e a volte si arriva al campo base e quando si aprono i contenitori si scopre che manca metà della roba. In quei casi occorre procurarsi il materiale da qualcun altro, il che non è l'ideale. Nelle mie spedizioni passate qualcosa è sempre miracolosamente scomparso; in questo modo invece ho un controllo migliore dell'ambiente circostante, e questo è molto importante perché per me l'attrezzatura è fondamentale.

 

Tu partecipi alla nostra procedura di test e miglioramento dei prodotti; cosa ti piace delle attività di test dei prodotti futuri?

Considero l'abbigliamento come un prolungamento della mia pelle, e questo prolungamento deve soddisfare ogni mia esigenza. 

 

 

 

 

"Quanto più i prodotti sono parte di me, tanto più mi sento comodo e sicuro"

 

 

 

 

 

 

E poiché amiamo il nostro abbigliamento e i nostri prodotti, li tocchiamo quasi ogni giorno, abbiamo le idee chiare su ciò che funziona, in un prodotto, e su ciò che occorre migliorare.  E se vi diamo qualche indicazione, voi e i vostri prodotti potrete migliorare sempre. In fin dei conti, saranno proprio questi prodotti ad aiutarmi a fare meglio.

Mi piace anche poter personalizzare un prodotto con la mia firma o con un simbolo. Quindi la possibilità di contribuire a sviluppare un prodotto che consente di ottenere risultati migliori e di migliorare i risultati atletici, giorno per giorno, mi rende davvero felice,  anche se magari si tratta solo di sciare tranquillamente lungo un facile pendio o di andare a correre. In fin dei conti tutto questo permetterà a più persone di fare attività e mi piace molto l'idea di contribuire a qualcosa che permetterà a più persone di godersi la vita all'aria aperta.

 







"Mi piace molto l'idea di fare qualcosa che permetterà a più persone di godersi la vita all'aria aperta"

Mike Horn parla del suo contributo allo sviluppo dei prodotti SCOTT







 

Cosa ti piace dei nostri prodotti?

Penso che i prodotti SCOTT rappresentino il mio lavoro. Sono una persona attiva: mi piace correre, sciare, andare in bicicletta, stare all'aperto e fare attività all'aria aperta. Così, come esploratore, non svolgo un’attività specifica: faccio piuttosto "multi-attività". SCOTT è un vero e proprio punto di riferimento unificato, realizza ottimi prodotti che mi aiutano a fare quello che faccio e a raggiungere gli obiettivi che voglio raggiungere.

È anche un marchio giovane e, poiché sto invecchiando, collaborare con team giovani e dinamici mi aiuta a rimanere giovane a mia volta.

Sono prodotti che si adattano bene al mio corpo, alle mie misure, alla mia conformazione fisica, e complessivamente sono molto confortevoli. E quando si indossa qualcosa di comodo, che in qualche modo fa sentire più giovani, tra le montagne, o almeno nella mente, dare il massimo diventa più facile. Se un prodotto rende possibile tutto questo, è semplicemente un prodotto perfetto. Ecco, queste sono le mie sensazioni a proposito di SCOTT ed è per questo che credo sia un marchio così straordinario. 

Gli speciali scarponi da sci di Mike, realizzati per la sua spedizione sul K2.


Grazie! C'è qualcos'altro che vorresti aggiungere? Un pensiero da condividere?

Sai, credo che oggi, con i social media, abbiamo maggiori opportunità di condividere ciò che facciamo e ciò che ci piace. Abbiamo anche più opportunità di coinvolgere altre persone in viaggi verso luoghi di cui altrimenti non avrebbero saputo nulla o di cui addirittura avrebbero ignorato l'esistenza. Così, quando mi viene un'idea a proposito di qualcosa di nuovo da fare, mi fa molto piacere poterla condividere con le persone che amano quello che faccio. Viaggiare non significa solo scalare montagne o esplorare: viaggiare significa condividere.

 

 

 

 

"Viaggiare significa CONDIVIDERE"

 

 

 

 

 

Mike e la sua famiglia a Macapa nel 1999, durante la spedizione Latitude Zero

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