Intervista con Nino Schurter: "La forza della mente è la chiave del successo"
Nino Schurter del Team SCOTT-Odlo MTB e Phil Buys hanno regalato un finale perfetto all’evento MTB per eccellenza: il Campione del Mondo e il compagno di squadra hanno letteralmente scortato Matthys Beukes e Gert Heyns del Team SCOTT Factory Racing nella loro prima vittoria di tappa all' ABSA Cape Epic. Quattro atleti SCOTT hanno offerto al pubblico del “Tour de France della Mountain Bike” uno spettacolo emozionante e indimenticabile.
Abbiamo chiesto a Nino Schurter di raccontarci questa esperienzaUna settimana "epica"- qual è stato il momento migliore?
La nostra vittoria nella tappa finale è stato il momento culminante di tutta la settimana, ricco di grandi emozioni. Accompagnare i ragazzi in quelli che si possono definire gli " Champs Elysée della Mountain Bike" è stato un momento incredibile, un'esperienza di vita bellissima. Il tifo era alle stelle. E' stato uno dei momenti più belli di un' avventura "epica".
Per me la migliore esperienza è stata quella che non tutti i rider riescono a vivere. Non mollare mai, credere in se stessi- ne vale la pena! Il nostro successo ne è stata la dimostrazione.
...e il peggiore?
In un paio di occasioni il mio compagno di avventura Phil Buys ha faticato molto e ho dovuto spronarlo nelle prime due tappe. Ma tutti sperimentano alti e bassi in una gara così impegnativa. Bisogna essere forti anche dal punto di vista psicologico ed essere pronti ad accettare anche le sconfitte. Avrei potuto correre più veloce ma non l’ho fatto . E’ una lezione che bisogna essere in grado di accettare.
A livello personale qual'è stata l'esperienza più bella?
E' difficile scegliere perché ce ne sono state molte. Una in particolare è stato dopo un lungo single track nella terza tappa quando abbiamo aumentato il distacco con gli altri atleti. Abbiamo realizzato che le nostre abilità tecniche erano migliori di quelle degli altri. Phil ha davvero un'ottima tecnica e questo ci ha aiutato a guadagnare tempo. Essere in grado di giocare d’anticipo ci è stato molto utile perché siamo stati l'unico team a non avere nè problemi meccanici, nè forature. La nostra Spark 700 si è rivelata la scelta vincente per una corsa a tappe. Non potrei pensare a niente di meglio. Con questa sicurezza e con una grande fiducia nelle nostre capacità siamo migliorati di giorno in giorno
Cosa può insegnare questa gara a un Campione del Mondo?
A non arrendersi mai perché in fondo al tunnel c’è sempre la luce! La Cape Epic è una gara incredibilmente lunga in cui tutto può succedere. Se non avessimo avuto il problema al freno nella seconda tappa saremmo finiti sul podio. Ma ciò che ho imparato, e che mi porterò come bagaglio nelle prossime gare, è la forza della mente.
Quanto conta avere un buon rapporto con il proprio compagno d’avventura? Come è cresciuto il vostro?
Credo che Phil si sia sentito troppo sotto pressione all’inizio. Non aver soddisfatto le proprie aspettative nelle prime tappe lo ha un po’ demotivato. Ma non appena è riuscito a gestire questa pressione abbiamo sentito che tutto era possibile. Naturalmente la forma fisica è imprescindibile ma è la forza della mente la vera chiave del successo. In nessun’altra corsa come nella Cape Epic vale questa regola. Non appena un team prende coscienza di questo diventa invincibile.
Cosa ti ha sorpreso di più?
Dal quarto giorno tutte le tappe sono state vinte con una bici da 27.5”. Fino ad ora tutte le corse a tappe non solo in Sud Africa ma in tutto il mondo erano dominate da bici da 29”. Ma quando si tratta di single track estremamente tecnici i vantaggi della 27.5” sono innegabili.
Corse a tappe vs Coppa del Mondo XC: come si passa da uno all’altro?
Nell’ultima settimana non ho superato i miei limiti e questa è una buona notizia. Sarà una sfida stimolante cambiare radicalmente il mio allenamento. Dopo tre giorni di relax farò degli allenamenti brevi per essere pronto per Pietermaritzburg.