La parte più dura, specialmente per i giovani australiani, è quella di lasciare il proprio Paese natale, gli amici e la famiglia e trasferirsi in Europa per gareggiare. Quando sono arrivato la prima volta in Europa avevo 16 o 17 anni. Credo che bisogna crescere molto più velocemente del normale: la tua vita diventa molto più seria un bel po’ prima. Un sacco di gente alla mia età sarebbe ancora all’università facendo le cose che fanno i giovani, mentre io sono già focalizzato sulla mia carriera ciclistica. Credo che debba gestire molta più pressione rispetto a un 21enne normale. Ma se inizio ad andare male, non sono solo io a saperlo, ma anche tutto il mio team, il mio ambiente, e chiunque che segua lo sport e le mie prestazioni. Abituarsi a questo in giovane età è duro. Immagino che si perda molto della gioventù, ma credo che se si raggiunge il successo e si ha una vita bella allora ne vale la pena.